Pareri e consulenze
Parere pro veritate in merito alla possibilità di revoca di un’informazione interdittiva antimafia
Nel mese di settembre 2019, il Centro Macrocrimes è stato incaricato da una Società di capitali di esprimere un parere pro veritate in merito alla possibilità di revoca dell’informazione interdittiva antimafia applicata, alla stessa Società, qualche mese prima, da parte del Prefetto competente, ai sensi degli articoli 89-bis e 91 d.lgs. n. 159/2011 (Codice antimafia).
La prospettiva di un’istanza di revoca si presentava alla luce di una serie di misure correttive spontaneamente adottate dai soci (cd. self cleaning) con l’obiettivo di eliminare le situazioni determinanti, a giudizio del Prefetto, il rischio di condizionamento mafioso. Il Centro Macrocrimes (responsabile della ricerca prof. M. Magri) ha esaminato i diversi ruoli delle persone sospettate e le motivazioni a loro riferite; dopo di che ha valutato le misure correttive poste in essere, constatando che tutte le situazioni individuate come fonti del pericolo di infiltrazioni mafiose erano state rimosse e che le persone sospettate, grazie a plurime operazioni societarie tra loro coordinate, risultavano escluse da ogni rela-zione con la Società.
L’art. 91 comma 5 del d.lgs. n. 159 del 2011 prevede che il prefetto, «anche sulla documentata richiesta dell’interessato, aggiorna l’esito dell'informazione al venir meno del-le circostanze rilevanti ai fini dell'accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa». Secondo una consolidata giurisprudenza, a fronte di una circostanziata richiesta di aggiornamento da parte del soggetto interessato (sempre che questa non si risolva in una generica e immotivata richiesta di intervento discrezionale in via di autotutela, senza nulla aggiungere), il Prefetto ha l’obbligo di riesaminare il quadro indiziario esistente alla luce dei nuovi dati segnalatigli e di pronunciarsi nuovamente su di esso, ferma restando, naturalmente, la piena discrezionalità del suo potere valu-tativo in merito al perdurare del rischio di infiltrazione mafiosa.Su queste basi, il Centro Macro Crimes ha concluso che, ferme le valutazioni di esclusiva competenza della Prefettura, la serie di atti negoziali posti in essere dopo l’interdittiva, per il loro carattere risolutivo dei rapporti con le persone controindicate e per la loro idoneità a determinare una compagine sociale rinnovata anche nei poteri di amministrazione, manifestano un serio intento dissociativo che, quanto meno, non potrà portare ad una mera conferma della decisione già adottata, ma richiederà la formale apertura di un procedimento di riesame.