L'edizione 2024-2025 del Transnational Organised Crime Programme è ferrarese

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Section: Scientific events
Ospiti quest'anno a Ferrara i partecipanti all'edizione 2024-2025 del Transnational Organised Crime Programme
Dal 10 al 14 febbraio si è tenuta presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara l'edizione 2024-2025 del Transnational Organised Crime Programme, sul tema "Organised crime and trafficking in cultural artefacts and antiquities".
Il TOC-Programme, inaugurato nel 2018 e a cui il Dipartimento di Giurisprudenza partecipa dall’edizione 2022-2023, coinvolge un network internazionale di specialisti del settore, provenienti dalle Università di Brisbane, Colonia, Ferrara, Vienna e Zurigo, in un'ottica di cooperazione e scambio scientifico, nonché di produzione di ricerca di elevata qualità rispetto a un campo di indagine comune, legato al crimine organizzato transnazionale.
All'edizione di quest'anno hanno partecipato alcuni ricercatori afferenti al Centro Macrocrimes, quali il Dott. Gianmarco Bondi, assegnista di ricerca in Storia del diritto medievale e moderno, in qualità di tutor per gli studenti, e la Dott.ssa Maria Fiore Angori, dottoranda in Diritto dell’Unione europea e ordinamenti nazionali, la quale presenta le prime risultanze della propria ricerca sul tema del traffico illecito di beni culturali nell'ordinamento giuridico italiano.
«L'Italia è uno dei Paesi-cardine in cui ha origine il mercato illecito di beni culturali, come testimoniano noti casi esaminati dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Secondo dati recenti, i furti sembrano essere in aumento ed è preoccupante che la maggior parte di essi abbia luogo nelle regioni in cui il crimine organizzato è più attivo.» - spiega la Prof.ssa Serena Forlati, tra i coordinatori del Programma e Direttrice del Dipartimento ospitante.
«Le reti criminali interessate ai notevoli profitti derivanti dal mercato illecito di reperti e opere d'arte sono talvolta coinvolte direttamente nella razzia, in altri casi agiscono per conto terzi, o ancora utilizzano l'esportazione illecita per riciclare proventi di reati, nonostante le leggi italiane prevedano sanzioni severe a salvaguardia del patrimonio culturale. [...] Nel nostro paese, così ricco di arte, la vera sfida è attuare correttamente la normativa vigente ed impiegare risorse adeguate per preservare il nostro patrimonio culturale; a livello internazionale, la cooperazione tra autorità competenti, ma anche con gli attori privati, è la chiave di svolta se vogliamo sperare di arginare questi traffici.»
Dello stesso avviso è il Prof. Andreas Schloenhardt, organizzatore del Programma TOC e professore di diritto penale presso l'Università di Queensland in Australia e diritto penale internazionale presso l'Università di Vienna.
«Il traffico di reperti è ben organizzato, poichè l'origine, il luogo dove avviene la vendita e l'acquirente potrebbero essere lontani miglialia di chilometri tra loro; le organizzazioni criminali devono essere sofisticate per attraversare i confini internazionali usando spesso falsa documentazione, trasporti occulti e corrompendo, in casi estremi, pubblici ufficiali. Dobbiamo pensare a come rendere il crimine organizzato un'attività meno redditizia e mettere in campo la cooperazione internazionale per perseguire i responsabili, confiscare i loro beni e consentire la restituzione di questi oggetti di inestimabile valore storico e culturale.»
Gli studenti selezionati dalle cinque università coinvolte hanno esplorato queste tematiche, durante le giornate di formazione congiunta; a maggio 2025 dovranno presentare il proprio paper finale.
Ulteriori informazioni sul Programma sono disponibili qui.
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